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Dichiarazione in materia di schiavitù moderna 2023/24

MODERN SLAVERY ACT 2015 (UK), TRANSPARENCY IN SUPPLY CHAINS ACT 2010 (CALIFORNIA), FIGHTING AGAINST FORCED LABOUR AND CHILD LABOUR IN SUPPLY CHAINS ACT 2023 (CANADA) AND MODERN SLAVERY ACT 2018 (AUSTRALIA)

2023/24 BURBERRY GROUP PLC STATEMENT

At Burberry, we are committed to respecting and upholding human rights wherever we operate, and we do not tolerate any form of modern-day slavery in our business or supply chain


ABOUT THIS STATEMENT

This statement is made pursuant to Section 54 of the Modern Slavery Act 2015, the Canada Fighting Against Forced Labour And Child Labour In Supply Chains Act 2023, the Australian Modern Slavery Act 2018, and the California Transparency in Supply Chains Act of 2010 (SB 657). It sets out the steps we have taken during the financial year 2023/24 to prevent slavery and human trafficking from taking place in our supply chains or in any part of our business. Burberry’s definition of slavery and human trafficking is aligned to section 54 (12) of the Modern Slavery Act 2015.

This statement is also made on behalf of the following subsidiaries of Burberry Group plc (company number 3458224): Burberry Limited (company number 162636), Burberry (UK) Limited (company number 4288292), Burberry International Holdings Limited (company number 4251867), Burberry (España) Holdings Limited (company number 5265289), Thomas Burberry Holdings Limited (company number 3509143), Burberry Haymarket Limited (company number 4868493), Burberry Holdings Limited (company number 4251948), Burberry Canada Inc (company number 689541-7), Burberry Pacific Pty Ltd (company number 098 381 161),and Burberry London Limited (company number 4251951) and the actions and operations set out below are effective across the Burberry group.

Introduzione

In Burberry ci impegniamo per fare in modo di svolgere un buon lavoro adottando le misure corrette.

Ci atteniamo alla nostra strategia di responsabilità, Burberry Beyond, concentrandoci su quattro pilastri, Prodotto, Pianeta, Persone e Comunità, punti di unione nella nostra azienda, nella supply chain e nelle nostre comunità per creare un mondo migliore per le generazioni del futuro.

Abbiamo fissato 12 obiettivi tra i quattro pilastri per incorporare pratiche aziendali responsabili, sostenute dai nostri impegni politici costanti. Abbiamo predisposto delle metriche chiave per misurare e riferire i progressi compiuti.

Per avere un impatto positivo sulle persone all'interno e all'esterno della nostra supply chain, collaboriamo nel settore per proteggere e coltivare le competenze artigianali e le tecniche tradizionali dell'industria del lusso, e guidare i progressi in direzione dei nostri obiettivi di diversità, equità e inclusione. Al centro di questa agenda ci sono il rispetto e la tutela dei diritti umani, la lotta contro i rischi di schiavitù moderna e l'aumento della trasparenza in tutta la nostra supply chain.

Questa è la nostra nona Dichiarazione in materia di schiavitù moderna e fornisce una panoramica dei progressi compiuti nell'ultimo anno nel rafforzamento dei sistemi di prevenzione della schiavitù moderna nelle nostre operazioni e supply chain e delle modalità con cui abbiamo affrontato i rischi identificati.

In questo periodo, abbiamo mantenuto il nostro impegno a sostegno delle persone all'interno della supply chain e delle comunità locali.

Nell'anno fiscale 2023/24 abbiamo continuato ad attuare piani d'azione basati sui risultati della nostra valutazione d'impatto sui diritti umani, per concentrarci sulle principali aree di rischio delle nostre operazioni e supply chain, tra cui:

  • Approfondimento delle nostre supply chain estese e delle operazioni commerciali per identificare nuovi potenziali rischi di schiavitù moderna;
  • Implementazione di uno strumento di mappatura dei rischi legati all'approvvigionamento dei Paesi di origine che i nostri team di prodotto possono utilizzare come supporto nelle decisioni relative all'approvvigionamento;
  • Espansione e potenziamento dei nostri programmi di formazione sia per i team interni che per i partner della supply chain, al fine di elaborare azioni di prevenzione e mitigazione più efficaci;
  • Collaborazioni con esperti esterni come l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), un'agenzia delle Nazioni Unite, per organizzare sessioni introduttive di sensibilizzazione sulla protezione dei lavoratori migranti nella nostra supply chain globale, compresa l'assunzione responsabile.

Le principali aree in cui abbiamo registrato progressi nell'anno fiscale 2023/24:

  • Il nostro Programma di commercio etico copre 481 fornitori di prodotti finiti, di cui 447 nella regione EMEIA e 34 nella regione APAC. Questo copre il 71% dei nostri fornitori di prodotti finiti;
  • Il nostro Programma sulla proprietà dei venditori (VOP), che aiuta i nostri partner VOP a sviluppare i propri audit di commercio etico nella loro supply chain, è ora attivo presso 24 partner nella regione EMEIA, che coprono circa il 52% della nostra supply chain di prodotti finiti in EMEIA;
  • Il nostro Programma sul benessere dei lavoratori ha raggiunto circa 11.650 lavoratori della nostra supply chain.

Collaboriamo con esperti esterni per garantire che il nostro modello di due diligence sui diritti umani continui a evolversi per rispondere agli emergenti cambiamenti legislativi e supportiamo i partner della nostra supply chain per garantire che siano informati e conformi a tali standard.

LA NOSTRA ATTIVITÀ E SUPPLY CHAIN

Informazioni su Burberry

Fondato nel 1856, Burberry è un moderno marchio di lusso britannico con un'eredità culturale unica e obiettivi di lunga durata: qualità, innovazione e creatività. Progettiamo, acquistiamo, produciamo e vendiamo prodotti lavorati con grande maestria, concentrandoci sulla nostra crescita e svolgendo al contempo un ruolo positivo nella società. Il benessere delle persone, di coloro che lavorano alla nostra supply chain e delle comunità in cui operiamo è al centro di tutte le nostre attività. Burberry è composta da:

  • Oltre 9000 dipendenti
  • 132 nazionalità
  • 33 Paesi
  • 422 boutique
  • Oltre 40 specialisti della responsabilità
  • Ricavi di 2,97 miliardi di sterline nell'anno fiscale 2023/24


Le nostre operazioni

La produzione dei nostri prodotti avviene sia in stabilimenti di proprietà di Burberry nel Regno Unito e in Italia, sia in collaborazione con una rete di fornitori globali.

La vendita avviene attraverso la nostra rete di boutique in gestione diretta e in franchising, online e tramite partner all'ingrosso. Approfittando dell'esperienza dei nostri partner di licenza in materia di prodotti e distribuzione, avviamo collaborazioni per alcune categorie di prodotti come l'eyewear e i prodotti di bellezza.

La nostra operatività a livello globale contribuisce alle economie locali e ci permette di sostenere le comunità che ci circondano. Creiamo valore per le società sia direttamente che indirettamente attraverso le nostre attività commerciali e la collaborazione con le ONG per i programmi comunitari.


La nostra supply chain di prodotti

Gestiamo due stabilimenti produttivi di proprietà di Burberry nel Regno Unito (a Castleford e Keighley) e due in Italia (a Firenze e Torino).

Abbiamo anche una rete di fornitori globali. Abbiamo visibilità su tutti i fornitori di prodotti finiti e un obiettivo: garantire che entro l'anno fiscale 2029/30 tutte le principali materie prime siano tracciabili al 100% (almeno fino al livello del Paese) e che il 100% delle principali materie prime presenti nei nostri prodotti sia certificato o di provenienza responsabile (come definito dal nostro Portfolio di materie prime sostenibili).

Vedi il nostro Report annuale per l'anno fiscale 2023/24 per ulteriori dettagli sui nostri obiettivi di tracciabilità e materie prime.

Abbiamo partnership di lunga data con molti dei nostri fornitori. Riteniamo che relazioni solide siano fondamentali per garantire un miglioramento continuo delle condizioni di lavoro nella supply chain.


Siti di produzione di prodotti finiti per l'anno fiscale 2023/24:

  • Fornitori di prodotti finiti: 679 siti produttivi (Italia 76%, Resto d'Europa 19%, Asia 5%)

Siti di produzione di prodotti finiti - Profilo dei dipendenti per l'anno fiscale 2023/24:

  • Forza lavoro totale: 62.230 lavoratori
  • Numero medio di lavoratori per struttura: 92
  • Ripartizione dei generi: maschi 29%, femmine 71%
  • Contrattazione collettiva: circa l'80% dei siti di produzione dei prodotti finiti da cui ci riforniamo è coperto da contratti collettivi nazionali e/o industriali


Licenziatari

Abbiamo dato in licenza la produzione del nostro eyewear e dei prodotti beauty rispettivamente a Luxottica e Coty. Lavoriamo con entrambi i licenziatari per l'applicazione di standard coerenti e in linea con quelli adottati nel resto della nostra supply chain.

La policy di Coty sui diritti umani definisce il suo impegno e il suo approccio per affrontare i rischi legati ai diritti umani nella supply chain. Coty è membro fondatore della Responsible Mica Initiative (RMI), un gruppo d'azione multi-stakeholder che mira a stabilire una supply chain di mica indiana responsabile al 100% entro la fine del 2030. Dal 2017, Coty è membro della Roundtable for Sustainable Palm Oil (RSPO) con un'ambizione: che tutti gli acquisti di olio di palma di Coty siano certificati RSPO. Per ulteriori dettagli, consulta la Dichiarazione di Coty in materia di schiavitù moderna.

Luxottica fa parte del Gruppo EssilorLuxottica, leader mondiale nella progettazione, produzione e distribuzione di lenti oftalmiche, montature e occhiali da sole. Nell'ambito del pilastro Eyes on Ethics, parte del programma di sostenibilità Eyes on the Planet, EssilorLuxottica ha sviluppato una serie di risorse e strumenti legati all'etica che riflettono la sua evoluzione come Gruppo unificato e i suoi valori. In particolare, EssilorLuxottica dispone di diverse politiche per affrontare i rischi legati ai diritti umani e alla schiavitù moderna, tra cui il suo Codice etico, il Codice di condotta dei partner commerciali e la Dichiarazione in materia di schiavitù moderna.


Servizi e beni non destinati alla rivendita

Collaboriamo anche con fornitori che supportano le nostre operazioni commerciali più estese. Tra questi, gli appaltatori che si occupano di logistica e rifiuti e i fornitori di beni non destinati alla rivendita, come il packaging e il visual merchandising.

Chiediamo a tutti i nostri fornitori di servizi e di beni non destinati alla rivendita di rispettare i nostri Principi aziendali per la responsabilità, compreso il nostro Codice di condotta per il commercio etico. Entrambi sono incorporati nei nostri accordi contrattuali con partner e fornitori (vedi sezione Politiche). Eseguiamo anche audit sul commercio etico per verificare la conformità al nostro Codice di condotta per il commercio etico (vedi sezione Due diligence sui diritti umani).

GESTIONE DOCUMENTO

Crediamo che il rispetto dei diritti umani sia parte integrante di un'azienda responsabile. La prevenzione del lavoro forzato, vincolato e della tratta di esseri umani è un elemento chiave dei Principi aziendali per la responsabilità di Burberry.

Le politiche relative ai diritti umani sono esaminate e approvate dal Comitato etico dell'azienda, presieduto dal Consulente generale. Se vengono identificati rischi legati al lavoro o ai diritti umani, il Vicepresidente della Responsabilità aziendale ne riferisce al Comitato etico. Il Comitato etico fa capo al Comitato audit di Burberry Group plc, presieduto da un Amministratore non esecutivo indipendente.

Nel rispetto del nostro approccio per garantire una governance efficace in materia di diritti umani, la nostra funzione di Audit interno ha completato una verifica del Programma di commercio etico nell'anno fiscale 2023/24, che è stato condivisa con il Comitato etico. Di conseguenza, abbiamo aggiornato i nostri processi per garantire una maggiore due diligence in caso di problemi, un approccio più collaborativo con i nostri partner e una maggiore responsabilità da parte dei dirigenti della supply chain. Tutti questi progressi vengono concordati con l'Audit interno e poi riportati al Comitato etico.

Quest'anno il Comitato etico ha istituito il Sottocomitato per la garanzia etica al fine di affrontare qualsiasi impatto potenziale o reale sui diritti umani non appena si presenta e consentire di prendere decisioni più rapidamente.

Inoltre, le nostre strategie di sostenibilità sono esaminate dal Comitato per la sostenibilità, presieduto dal CEO.


Lavorare con gli altri

Ci proponiamo di avviare collaborazioni e partnership per identificare e gestire i rischi legati ai diritti umani e alla schiavitù moderna. Partecipiamo a diversi gruppi e partnership intersettoriali, tra cui:

  • Gruppo di lavoro sui diritti umani - Business for Social Responsibility (BSR). Siamo diventati membri del BSR nel 2022 e di conseguenza del loro Gruppo di lavoro sui diritti umani, istituito per aiutare le aziende ad attuare i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani (UNGP). Sostiene le aziende nel condividere le best practice, le sfide e le esperienze di attuazione degli UNGP e scoprire gli approcci fondamentali ai diritti umani e i problemi emergenti.
  • Siamo membri di lunga data del Patto mondiale delle Nazioni Unite, che si concentra sulle imprese sostenibili e socialmente responsabili, con quattro aree chiave di interesse: diritti umani, pratiche di lavoro, ambiente e lotta alla corruzione.
  • Ci impegniamo a sostenere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite e descriviamo il nostro contribuito nell'Allegato sui dati di responsabilità per l'anno fiscale 2023/24

POLITICHE

I Principi aziendali per la responsabilità (i "Principi") sono stati sviluppati in linea con i nostri obiettivi e la nostra esperienza pluriennale.

Sono stati integrati dalla nostra lunga adesione al Patto mondiale delle Nazioni Unite e sono sostenuti dal Codice di Base ETI, dalla Dichiarazione internazionale dei diritti umani e dalle Convenzioni fondamentali dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro. Riesaminiamo regolarmente i Principi alla luce delle più recenti linee guida sulle best practice e dei requisiti normativi emergenti e li aggiorniamo laddove necessario. Cerchiamo di applicare i Principi a tutti i nostri partner aziendali, che includono, ma non si limitano a, fornitori di materie prime, fornitori di prodotti finiti, subappaltatori, strutture di supporto, fornitori di beni non in stock, imprese edili, licenziatari e affiliati.

I Principi comprendono il Codice Burberry dei Principi etici aziendali, la Policy anticorruzione e la Policy ambientale globale, nonché le seguenti cinque:

IL NOSTRO APPROCCIO STRATEGICO

Valutazione dei rischi

Adottiamo un approccio basato sul rischio per gestire i rischi legati ai diritti umani e alla schiavitù moderna. Nel corso dell'anno fiscale 2023/24 abbiamo perfezionato il nostro approccio strategico ai diritti umani per la nostra supply chain estesa. L'approccio si basa su quattro pilastri a supporto del nostro impegno a integrare pienamente i diritti umani nelle nostre pratiche commerciali.

Integrare

Migliorare

Trasformare

Impegnarsi

Incorporare i diritti umani nelle pratiche aziendali

Migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori delle nostre supply chain

Creare impatti positivi e farsi portatori delle questioni endemiche dei diritti umani

Collaborare attivamente con i principali stakeholder per promuovere un cambiamento sostenibile nel settore

Ogni due anni conduciamo una valutazione dell'impatto che le attività e operazioni della nostra supply chain estesa hanno sui diritti umani.

Valutiamo e affrontiamo anche i rischi legati ai diritti umani e alla schiavitù moderna all'interno della nostra supply chain attraverso il nostro Programma di commercio etico. Effettuiamo un'analisi basata sul rischio dei nuovi fornitori prima di procedere all'approvvigionamento e conduciamo audit sul commercio etico laddove vengano identificati dei rischi (vedi sezione Due diligence sui diritti umani).


Valutare il nostro impatto sui diritti umani

Conduciamo regolarmente valutazioni dell'impatto sui diritti umani (HRIA) delle nostre operazioni e attività e di quelle della nostra supply chain. Se viene rilevato il rischio di lavoro forzato, i nostri team interni o una ONG locale, laddove sia necessaria l'esperienza locale, conducono una valutazione del commercio etico per identificare eventuali problemi di diritti del lavoro e le misure correttive necessarie.

Implementiamo questo processo fin dal 2014 e durante l'anno fiscale 2023/24 abbiamo lavorato a stretto contatto con un consulente esterno per migliorare la nostra strategia HRIA, per garantire che rimanga completa e continui a fornirci una valutazione concreta della nostra impronta operativa sui diritti umani.

La nostra ultima valutazione dell'impatto ha avuto luogo nel quarto trimestre dell'anno fiscale 2022/23, anno in cui, oltre alla nostra valutazione standard, abbiamo condotto un'analisi supplementare dei casi in cui i diritti umani dei lavoratori migranti possono essere colpiti. Questa valutazione ha incluso considerazioni relative al riconoscimento da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile, secondo il diritto internazionale.

Le valutazioni hanno identificato le seguenti aree chiave in cui è più probabile che vengano individuate violazioni dei diritti umani nella nostra supply chain. Ecco alcuni esempi:

  • Condizioni di lavoro e di vita, compreso l'accesso ai servizi sanitari
  • Voce dei lavoratori, importante per offrire soluzioni
  • Diversità, equità e inclusione
  • Schiavitù moderna

Nell'ultimo anno abbiamo implementato diverse azioni di mitigazione incentrate su queste aree. Per ulteriori dettagli consultare le seguenti sezioni: Programma sul benessere dei lavoratori, Programma sulla salute, Meccanismi di reclamo dei lavoratori, Formazione e risorse e Due diligence sui diritti umani.

Nel corso del prossimo anno, continueremo a sviluppare i nostri piani d'azione per ottenere un impatto positivo e affrontare ulteriormente queste aree di rischio, tra cui:

  • Aggiornamento delle nostre Politiche sui diritti umani e sui lavoratori migranti, per continuare ad allinearci con le linee guida esistenti
  • Potenziamento delle linee telefoniche dirette sponsorizzate da Burberry, per consentire a un maggior numero di lavoratori di accedere a questi canali confidenziali
  • Valutazioni dei dati della supply chain, per sostenere il nostro impegno a favore di salari equi e lavoro equo
  • Valutazioni del rischio specifiche per Paese con il supporto di esperti esterni per affrontare i nostri principali impatti sui diritti umani


Tracciabilità

Puntiamo alla completa tracciabilità di tutte le materie prime chiave entro l'anno fiscale 2029/30. Grazie al nostro programma di tracciabilità, saremo in grado di valutare e gestire più da vicino l'impatto sociale dell'approvvigionamento delle materie prime e di soddisfare le esigenze dei consumatori e delle normative in continua evoluzione.

Nell'anno fiscale 2022/23 abbiamo attuato con successo un progetto pilota di tracciabilità per il cotone, la lana e i materiali sintetici con i principali fornitori, utilizzando uno strumento di tracciabilità di terze parti per risalire a queste fibre fino al Paese di origine. Ora stiamo ampliando questa iniziativa per includere altri tipi di fibre e continueremo ad accelerare questo lavoro. Consulta il nostro Report annuale per l'anno fiscale 2023/24 per ulteriori dettagli sui nostri progressi nel campo della tracciabilità delle materie prime.

DUE DILIGENCE SUI DIRITTI UMANI

La nostra due diligence sui diritti umani comprende e integra tutte le attività che mettiamo in atto per identificare e gestire i rischi sociali nelle supply chain dei nostri prodotti.

Rivediamo regolarmente il nostro modello di due diligence per assicurarci che tenga conto delle aspettative dei nostri stakeholder esterni, come le normative internazionali, i consumatori, gli investitori e i governi.

Quest'anno abbiamo intrapreso un solido riesame del nostro modello di due diligence con il supporto di esperti esterni. Grazie a una valutazione delle lacune, siamo stati in grado di sviluppare un approccio più avanzato alla due diligence sui diritti umani, che è stato convalidato da consulenti esterni e sarà implementato nel corso del prossimo anno e oltre.

La strategia di due diligence avanzata garantirà un approccio orientato al rischio attraverso la valutazione del rischio, la prevenzione e le attività di rimedio e sosterrà la costante conformità alle normative in arrivo in materia di tutela dei diritti umani.

La due diligence sui diritti umani definisce l'insieme delle attività che riteniamo opportune per:

  • Valutare il rischio, in combinazione con l'analisi dell'impatto sui diritti umani e attraverso l'onboarding dei partner della supply chain
  • Mitigare il rischio, attraverso il nostro Programma di commercio etico
  • Prevenire il rischio, con attività di potenziamento delle capacità e sessioni di sensibilizzazione sui rischi, realizzate da enti internazionali (come l'OIM), volte a prevenire gravi violazioni dei diritti umani e del lavoro dei lavoratori migranti lungo la supply chain dei nostri prodotti
  • Ascoltare la voce dei lavoratori e agire in base a essa con meccanismi di reclamo specifici gestiti da fornitori internazionali di servizi per linee telefoniche dedicate

Onboarding dei partner della supply chain

Tutti i partner della nostra supply chain vengono esaminati e valutati nella fase di onboarding per identificare eventuali rischi legati ai diritti umani e alla schiavitù moderna. Chiediamo a tutti i nostri partner di riconoscere e firmare i Principi per garantire un accordo reciproco sul fatto che qualsiasi forma di schiavitù moderna, compreso il lavoro forzato, vincolato o involontario in carcere, non è consentita in nessuna circostanza.

L'adesione ai Principi è inclusa nei nostri contratti con i partner della supply chain. Prima di essere incluso nella nostra supply chain, un partner viene sottoposto a valutazione per individuare eventuali rischi di lavoro forzato, vincolato o di tratta, in linea con le nostre procedure di conformità sociale. Per i fornitori di materie prime, se durante la valutazione dei rischi viene identificato un rischio di vulnerabilità della forza lavoro o dell'ubicazione geografica, verrà completato un audit completo con analisi dei risultati ed eventuali piani di rimedio prima di prendere una decisione sull'approvazione. Nel caso in cui i rimedi non abbiano successo in nessuna fase e un fornitore non soddisfi i nostri rigorosi criteri, non avvieremo alcuna collaborazione.

Processo di onboarding dei fornitori di materie prime:

  1. Invio richiesta di onboarding di nuovi fornitori di materie prime
  2. Il fornitore di materie prime deve compilare la documentazione per l'onboarding, firmare i Principi e accettare l'audit di Burberry
  3. La valutazione dei rischi per i fornitori di materie prime viene condotta dal team Burberry Responsibility
  4. Nel caso in cui vengano identificati rischi di schiavitù moderna o di conformità sociale, si conduce l'audit
  5. Il fornitore di materie prime viene approvato solo se non vengono identificate gravi non conformità

Processo di onboarding dei fornitori di prodotti finiti:

  1. Invio richiesta di onboarding di nuovi fornitori di prodotti finiti
  2. Il fornitore di prodotti finiti deve compilare la documentazione per l'onboarding, firmare i Principi e accettare l'audit di Burberry
  3. La valutazione dei rischi per i nuovi fornitori di prodotti finiti viene condotta dal team Burberry Responsibility
  4. In base all'esito della valutazione del rischio, il fornitore viene approvato o richiede un audit
  5. Il fornitore di prodotti finiti viene approvato solo se non vengono identificate gravi non conformità

Valutazione della nostra supply chain

In base ai risultati della valutazione condotta nella fase di onboarding, un nuovo fornitore di prodotti finiti sarà approvato per la produzione o sarà necessario un audit completo in loco sul commercio etico. Abbiamo un team di esperti di commercio etico all'interno del nostro Responsibility team che esegue audit etici in tutta la nostra supply chain ed è supportato da interpreti e mediatori culturali, se necessario. Per condurre gli audit vengono anche nominate agenzie di auditing accreditate esterne.

Gli audit, annunciati o non annunciati, consistono in colloqui con i lavoratori, analisi dei documenti e visite in loco e vengono condotti prima dell'ingresso in azienda in base al rischio sociale associato al partner. Le valutazioni dell'audit vanno da Eccellente, dove non sono stati identificati problemi, a Minore, Grave, Critico e Critico per l'azienda, dove sono stati identificati problemi gravi. La nostra procedura "Critico" regola i casi di partner Critico e/o Critico per l'azienda, compresi quelli che non si sono impegnati in un'adeguata divulgazione o non sono stati sottoposti a onboarding (ad esempio, subappaltatori non autorizzati). Secondo la nostra procedura Critico, sia un partner "Critico per l'azienda" che un partner "Critico" verrebbero rifiutati al momento dell'onboarding, a meno che, in quest'ultimo caso, non venga dimostrato un impegno immediato a risolvere le non conformità di impatto limitato entro un periodo di tempo adeguato.

Tutte le strutture sottoposte a audit ricevono un piano d'azione correttivo, che il nostro Responsibility team elabora insieme alle strutture per monitorarne e sostenerne l'attuazione. I piani d'azione si concentreranno sul miglioramento dei sistemi per prevenire e/o porre rimedio alla schiavitù moderna, nonché su una migliore gestione dei diritti umani e dei rischi per la salute e la sicurezza.

Durante le nostre attività di monitoraggio periodico, miriamo a garantire la conformità costante di un partner e il suo continuo miglioramento rispetto a un piano d'azione correttivo concordato, fornendo supporto e guida laddove necessario. La frequenza e il tipo di audit dipendono dalla precedente classificazione di audit e dal rischio associato al partner. Su questa base, puntiamo a condurre audit sui nostri partner non meno di una volta ogni 36 mesi, in caso di basso rischio e di precedenti valutazioni di livello Eccellente.

Il nostro obiettivo è che tutti i nostri fornitori di materiali (vale a dire il primo 80% dei fornitori di prodotti finiti per volume e valore o qualsiasi fornitore di prodotti finiti o di materiali che sia considerato bisognoso di un audit sociale - questo viene deciso in base alla nostra matrice di rischio sociale) siano sottoposti a un audit in base ai nostri standard di commercio etico, e il 71% dei nostri fornitori di prodotti finiti sia stato sottoposto a audit o sia rimasto nell'ambito dell'audit più recente nel corso dell'anno fiscale 2023/24. Quest'anno abbiamo condotto 495 audit in loco, 100 valutazioni a tavolino e 106 corsi di formazione per l'inserimento nella nostra supply chain di prodotti finiti e di materie prime. Nel corso dell'anno fiscale 2023/24, solo l'1% dei nostri fornitori di prodotti finiti è stato identificato come Critico o Critico per l'azienda e gestito in linea con la nostra procedura "Critico".  

Quest'anno, le principali aree di non conformità ai nostri standard in tutti gli audit condotti hanno riguardato la salute e la sicurezza (ad esempio, formazione inadeguata in materia di salute e sicurezza o gestione inadeguata della sicurezza antincendio) e l'orario di lavoro; continueremo a lavorare con i nostri partner per identificare la causa principale di questi problemi e attuare azioni per affrontarli e prevenirli. 

Il nostro programma di audit sul commercio etico mira principalmente ad affrontare e prevenire i rischi di schiavitù moderna nella nostra supply chain. Per guidare i nostri partner, li sensibilizziamo attraverso il nostro processo di onboarding e i programmi di formazione sui rischi associati alla schiavitù moderna presso i subappaltatori e sosteniamo i loro sforzi per porvi rimedio durante un percorso di miglioramento continuo. 

Il nostro programma di audit mira ad affrontare il rischio rappresentato dai subappalti non autorizzati. In qualità di organizzazione globale, abbiamo una politica di tolleranza zero nei confronti di subappalti non autorizzati a tutti i livelli della nostra supply chain di prodotti finiti. Allo stesso modo, i nostri partner trasmettono questo principio a tutte le loro partnership e, in alcuni casi, implementano sistemi di tracciamento digitale per evitare l'outsourcing. 

Abbiamo inoltre continuato a estendere l'ambito di applicazione del nostro Programma di commercio etico ai centri logistici e di distribuzione, ai fornitori di servizi e ai fornitori di beni non destinati alla rivendita (GNFR), laddove identifichiamo i rischi in base all'ubicazione, alla demografia dei lavoratori o ai processi svolti presso la struttura. Nell'esercizio 2023/24 abbiamo effettuato audit etici presso i fornitori di imballaggi e alcuni fornitori di servizi e continueremo a migliorare la nostra mitigazione del rischio in quest'area della nostra supply chain.  

Ripartizione dei partner della supply chain dei prodotti finiti in base alla performance di commercio etico

Eccellente

14%

Minore

27%

Grave

44%

Critico

1%

Altro (la classificazione Altro si riferisce a Accettato, Pre-approvato, Audit da confermare)

14%

Misure correttive

Il nostro approccio alla correzione segue il "principio del datore di lavoro" (nessun lavoratore dovrebbe pagare per un lavoro; i costi di assunzione non dovrebbero essere sostenuti dal lavoratore ma dal datore di lavoro (Istituto per i diritti umani e le imprese)), in base al quale le tasse pagate dai lavoratori durante il percorso di assunzione, se presenti, saranno rimborsate per garantire un'assunzione responsabile in tutta la nostra supply chain. Nell'ambito del processo, collaboriamo con i partner locali per garantire un approccio equilibrato alle misure correttive.

Case study sulle misure correttive

Quest'anno abbiamo identificato un gruppo di lavoratori immigrati che pagavano tasse durante un complesso percorso di assunzione, all'interno di un piccolo gruppo di nostri fornitori. Abbiamo iniziato subito a lavorare con una ONG locale e con i quattro fornitori che avevano recentemente assunto nuovi lavoratori immigrati.

L'ONG ha condotto valutazioni presso ogni struttura fornitrice, intervistando anche i lavoratori per capire il loro percorso di assunzione e per formulare un piano di rimedio tempestivo. Le misure correttive sono state avviate e tutti i lavoratori hanno ricevuto il rimborso delle spese sostenute. Il pagamento ricevuto è stato convalidato dai lavoratori e dalla ONG locale.

Continuiamo a lavorare a stretto contatto con i nostri partner della supply chain e con le ONG locali, per garantire che continuino a seguire pratiche di assunzione etiche e conducano la necessaria due diligence. Ciò include il supporto ai nostri partner della supply chain nello sviluppo di politiche e procedure sufficienti per la futura assunzione etica dei lavoratori migranti, nonché la continua due diligence come gli audit in loco.


Ulteriori attività della supply chain

Siamo consapevoli che l'utilizzo di un approccio di audit alla due diligence da solo non sempre porta a un cambiamento sostenibile. Pertanto, abbiamo implementato diversi programmi aggiuntivi per sostenere le capacità dei nostri partner di identificare, gestire e prevenire i rischi sociali all'interno delle loro strutture e delle supply chain estese.


Programma di sviluppo delle capacità di commercio etico

Al fine di promuovere audit etici in tutti i livelli della nostra supply chain, continuiamo ad ampliare il nostro programma di sviluppo delle capacità, denominato Programma sulla proprietà dei venditori (VOP). Questo programma offre ai nostri partner VOP nella regione EMEIA il supporto per sviluppare e gestire il proprio programma di audit etici all'interno delle loro supply chain.

Grazie all'impegno costante dei nostri partner, insieme a un'ampia assistenza e formazione, il VOP è diventato un pilastro fondamentale per garantire il rispetto degli standard etici nella nostra supply chain. Abbiamo sviluppato un approccio collaborativo e di supporto reciproco con i nostri partner VOP e ottenuto un impatto estremamente positivo nell'identificare, valutare, prevenire e mitigare i rischi all'interno della nostra supply chain. Controlli regolari incentrati sui diritti umani, sulla salute e sulla sicurezza sono condotti sia dalle risorse incaricate dai nostri partner VOP sia dal nostro Responsibility team interno, sulla base del Codice di condotta per il commercio etico. Sulla base dei risultati dell'audit, vengono sviluppati piani d'azione per il miglioramento che sono poi condivisi con la supply chain dei partner, che a loro volta si dedicano a colmare le lacune individuate.

Assicuriamo un'analisi e un approfondimento continui delle questioni legate alla supply chain attraverso sessioni di formazione facilitate, tenute sia dal Responsibility team che da consulenti esterni. Quest'anno i temi della formazione hanno riguardato principalmente il nostro nuovo modello di due diligence, che si allinea alla prossima legislazione europea sui diritti umani, e il modo in cui i nostri partner VOP possono garantire che i loro processi di due diligence siano aggiornati per soddisfare questi nuovi requisiti.

Per sostenere le persone coinvolte nel programma, quest'anno abbiamo organizzato due giornate comunitarie VOP. Questo incoraggia i partecipanti a condividere le migliori pratiche e consente di svolgere una formazione efficace di persona.

Il 100% dei partner del VOP ha istituito un sistema di governance e un comitato etico interno per garantire che il processo di due diligence sia incorporato nella propria procedura.

Ci impegniamo a garantire l'efficacia del programma e a coinvolgere sempre nuovi partner. Nel corso dell'anno fiscale 2023/24 abbiamo coinvolto nel programma tre nuovi partner della nostra supply chain EMEIA.

Il programma è ora in atto presso 24 fornitori, raggiungendo oltre 20.500 lavoratori in 310 subappaltatori, che coprono il 52% della nostra supply chain di prodotti EMEIA.



Programma sul benessere dei lavoratori

Puntiamo a coinvolgere i nostri partner in programmi che sostengano il benessere dei lavoratori in tutta la supply chain. Nell'anno fiscale 2023/24, nove fornitori di prodotti finiti hanno partecipato al nostro Programma sul benessere dei lavoratori, lanciato per la prima volta nel 2018.

Circa 11.650 lavoratori della nostra supply chain sono stati coinvolti nel corso dell'anno fiscale 2023/24. Concentrandoci sul benessere dei lavoratori, intendiamo aiutare i nostri fornitori a migliorare la soddisfazione dei dipendenti e ad attrarre e trattenere i talenti.

Il nostro obiettivo è garantire un miglioramento continuo delle prestazioni in materia di benessere dei nostri fornitori e quest'anno il 100% dei nostri fornitori partecipanti è stato valutato come "buono (la scala di valutazione parte dal più basso: insoddisfacente, accettabile, buono ed eccellente).

 Quest'anno ci siamo concentrati sul miglioramento del programma e stiamo lavorando con l'Oxfam Business Advisory Service e con una piattaforma di dati esterna per garantire che il programma continui ad avere un impatto e possa raggiungere un maggior numero di lavoratori della nostra supply chain.

L'anno prossimo intendiamo continuare a estendere il programma a un maggior numero di partner della supply chain e incoraggeremo i partecipanti a promuovere il progetto nella propria supply chain, ove possibile.

Il programma comprende:

  • Sessioni di formazione e workshop per i responsabili dei siti per aumentare le conoscenze sul benessere dei lavoratori.
  • Un sondaggio per misurare il benessere dei lavoratori, originariamente sviluppato in collaborazione con l'Oxfam Business Advisory Service e adattato nel tempo. Tale sondaggio tocca argomenti come la felicità sul lavoro, la soddisfazione professionale, lo sviluppo personale e professionale e il benessere fisico.
  • Incontri individuali con i partner della supply chain per condividere i risultati anonimizzati, aiutarli a identificare i loro punti di forza in base alla loro forza lavoro e le loro opportunità di miglioramento. Inoltre, diamo loro un punteggio di benessere che può essere monitorato di anno in anno durante la partecipazione al programma.
  • Un piano d'azione specifico per il sito, basato sui risultati del sondaggio, sviluppato in consultazione con il Responsibility team e i lavoratori. Il piano d'azione mira ad affrontare le aree di benessere con maggiore impatto da migliorare e la sua attuazione è strettamente monitorata dal team di Responsibility.



Case study sul miglioramento del benessere dei lavoratori

Quest'anno uno dei nostri partner britannici, responsabile della produzione di alcuni dei nostri prodotti più iconici, i nostri accessori in morbido cashmere, ha aderito al nostro Programma sul benessere dei lavoratori. Ha condotto il nostro sondaggio sul benessere dei suoi dipendenti e ha registrato tassi di coinvolgimento estremamente elevati, con una percentuale attiva e partecipante dell'80%.

Di conseguenza, è stato in grado di mostrare risultati positivi, con punteggi compresi tra il 72% e il 86% per tutte e sei le categorie del sondaggio: carico di lavoro, equilibrio tra lavoro e vita privata, gratificazioni, sviluppo personale e professionale, relazioni sul lavoro e proprietà.

I risultati dell'indagine supporteranno il nostro partner nell'implementazione di azioni mirate alle aree in cui ha ottenuto punteggi più bassi e lo renderanno consapevole di quelle in cui ha successo nel campo del benessere.

Il suo piano d'azione in risposta ai risultati dell'indagine comprende iniziative quali una maggiore consapevolezza del portale di assistenza ai dipendenti, l'implementazione di una nuova formazione che metta in primo piano i line manager e le capacità di comunicazione, e il mantenimento dei benefit extra esistenti, come i pacchetti di assistenza per gli imprevisti.

Per garantire la valutazione continua e un percorso di miglioramento aggiornato, il partner continuerà ad aderire al Programma sul benessere dei lavoratori per migliorare il benessere dei dipendenti e lo sviluppo organizzativo.


Programma sulla salute

Ci impegniamo a sostenere l'accesso dei lavoratori ai servizi e all'educazione alla salute. Abbiamo istituito il nostro Programma sulla salute nel 2015 e da allora abbiamo fornito a più di 4.000 lavoratori della supply chain una formazione sanitaria su misura. Quest'anno oltre 830 lavoratori della supply chain hanno partecipato al programma e hanno ricevuto circa tre ore di formazione ciascuno.

Per garantire che la formazione sia efficace e pertinente per i lavoratori che vi partecipano, collaboriamo con il partner della supply chain e il medico responsabile della formazione, per individuare gli argomenti sanitari da trattare. I quattro moduli formativi sono salute delle donne, salute degli uomini, salute generale e salute mentale e comprendono argomenti come la riproduzione, la consapevolezza sul cancro e l'alimentazione.

Conduciamo anche un sondaggio pre-formazione per capire il livello di conoscenza iniziale dei partecipanti, che viene poi ripetuto al termine della formazione, per misurarne l'efficacia e continuare a migliorare la consapevolezza di anno in anno.

Ci impegniamo a estendere il nostro programma di formazione sanitaria per fornire consulenze sanitarie e sessioni di sensibilizzazione costanti. Nell'anno fiscale 2024/25, prevediamo di offrire questo servizio ai nostri partner della supply chain in Tailandia e Vietnam, con il supporto di ONG e organizzazioni locali.


Lavoratori a domicilio

I lavoratori a domicilio sono persone altamente qualificate che fanno parte integrante delle supply chain della moda. Questo metodo di lavoro aiuta a sostenere la vita familiare del lavoratore e a mantenere un reddito.

Un'area della nostra supply chain con un numero ridotto ma significativo di questa categoria è il Giappone, dove i lavoratori sostengono la domanda fin dagli anni '70. Un esempio è quello della calzoleria, dove i processi di taglio, scarnitura, realizzazione della tomaia e della suola sono tutti affidati a diversi specialisti che utilizzano macchine e sostanze chimiche nei laboratori delle loro case.

Ci impegniamo a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla sicurezza del lavoro domestico e sul benessere di questi lavoratori. Stiamo supportando i nostri partner della supply chain nella conduzione di visite ai lavoratori a domicilio e nell'implementazione di una nuova checklist dei lavoratori a domicilio per garantire la sicurezza e il rispetto delle condizioni di lavoro.


Salario dignitoso

Ci dedichiamo alla promozione e l'adozione di un salario dignitoso nelle nostre operazioni e nella supply chain e siamo orgogliosi di essere diventati il primo retailer e produttore di lusso a ottenere l'accreditamento come datore di lavoro del Regno Unito per il salario dignitoso. Nel 2016 abbiamo aderito alla Global Living Wage Initiative, che si occupa di affrontare la povertà lavorativa in tutti i settori e in diverse aree geografiche, nell'ambito di un approccio unificato e globale con la partecipazione di più soggetti.

Molti dei nostri fornitori del Regno Unito sono datori di lavoro che sostengono il salario dignitoso, tra cui il nostro partner di lunga data Johnston's of Elgin, produttore delle nostre sciarpe in cashmere Heritage.

Nell'aprile 2023, Oxfam HK ha lanciato ufficialmente la Living Wage Charter a Hong Kong, con la nostra partecipazione. In qualità di uno dei datori di lavoro accreditati per il salario dignitoso elencati nell'atto, lavoriamo a stretto contatto con Oxfam HK per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza del salario dignitoso e per celebrare le organizzazioni che danno priorità a salari equi per i loro lavoratori.


Meccanismi di reclamo dei lavoratori

Cerchiamo di garantire che i dipendenti e i lavoratori della nostra supply chain abbiano accesso a supporto e consulenza riservati. Forniamo meccanismi di reclamo per i nostri dipendenti, tra cui una linea telefonica globale gestita da una società indipendente. Sponsorizziamo anche linee telefoniche riservate gestite da ONG per i lavoratori della nostra supply chain, che offrono consigli sui diritti dei lavoratori, sul benessere e un supporto riservato.

Nel corso dell'anno fiscale 2023/24 abbiamo esteso con successo queste linee telefoniche dirette a cinque nuovi stabilimenti, raggiungendo così circa 33.350 lavoratori della nostra supply chain, pari a circa il 79% dei lavoratori della nostra supply chain di prodotti finiti APAC. I nuovi fornitori saranno esaminati e invitati a partecipare al programma di assistenza telefonica su base annuale.

Durante l'anno fiscale 2023/24, le nostre linee telefoniche sponsorizzate hanno ricevuto 473 chiamate. Tra queste vi erano 22 reclami, 447 richieste di consulenza e quattro richieste di supporto psicologico. Circa il 77% di tutte le chiamate per reclamo ha ricevuto una risposta, mentre i casi restanti sono ancora in fase di risoluzione da parte dei fornitori con il supporto dell'ONG. La risoluzione dei reclami viene regolarmente monitorata dal team di Responsibility.

Nel corso dell'anno, il team di Responsibility e la ONG hanno continuato a condurre sessioni di sensibilizzazione per promuovere l'uso della linea telefonica riservata ai lavoratori della supply chain, evidenziandone i vantaggi e tutti i servizi offerti.

L'anno prossimo continueremo a cercare opportunità per ampliare l'assistenza telefonica.

Il nostro Codice di condotta per il commercio etico riconosce anche il diritto dei dipendenti di aderire ai sindacati e alla contrattazione collettiva. Circa l'80% dei siti di produzione di prodotti finiti da cui ci riforniamo sono coperti da contratti collettivi nazionali e/o industriali e molti hanno stabilito una rappresentanza sindacale, che consente ai lavoratori di rimanere informati e coinvolti nelle discussioni sui loro diritti.

FORMAZIONE E RISORSE

I nostri dipendenti e i partner della catena di fornitura sono essenziali per contribuire a identificare e prevenire la schiavitù moderna nella nostra supply chain. Il nostro impegno a garantire una formazione interna ed esterna sulla schiavitù moderna ci sprona a rimanere proattivi e vigili nel creare una supply chain responsabile.

Formazione dei team interni di Burberry

I nostri dipendenti vengono introdotti alle nostre politiche e ai nostri programmi di responsabilità durante il processo di assunzione, per garantire una comprensione generale delle nostre responsabilità in questo settore.

La sensibilizzazione e la formazione sui rischi associati alla schiavitù moderna sono fondamentali per chi prende decisioni sull'approvvigionamento. Nell'anno fiscale 2023/24, 125 membri dei nostri team interni di supply chain, approvvigionamento, produzione interna e prodotto hanno ricevuto una formazione iniziale o di aggiornamento, pari al 64% dei dipendenti invitati a partecipare. La formazione mirata aiuta coloro che sono a stretto contatto con la nostra supply chain ad avere familiarità con le aree di rischio, le probabili indicazioni di abusi dei diritti umani (compresi i casi di schiavitù moderna) e le possibili azioni da intraprendere se viene identificato un episodio di schiavitù moderna. La formazione prevede anche un modulo sulle pratiche di acquisto responsabile, per spiegare il legame tra le pratiche di acquisto, il potenziale impatto sulle condizioni di lavoro e il rischio di violazione dei diritti umani. Questa formazione ha contribuito a radicare ulteriormente il rispetto dei diritti umani e una politica di tolleranza zero nei confronti della schiavitù moderna in tutta l'azienda.

Durante l'anno fiscale 2023/24 abbiamo lavorato con uno sviluppatore di formazione esterno per creare un programma di formazione online sulla schiavitù moderna. All'inizio dell'anno fiscale 2024/25 questa iniziativa sarà estesa a un pubblico più ampio di dipendenti, compresi i team delle risorse umane, per integrare ulteriormente la consapevolezza e la mitigazione dei rischi nella nostra cultura.


Formazione della supply chain

I partner svolgono un ruolo fondamentale nell'aiutarci a identificare e prevenire la schiavitù moderna nella nostra supply chain. Per questo motivo, la formazione dei partner della nostra supply chain è una componente fondamentale del nostro approccio strategico alla gestione dei rischi di schiavitù moderna in modo che siano in grado di comprendere, identificare e gestire meglio tali rischi.

Nell'ambito del nostro processo di onboarding, svolgiamo una formazione dedicata a tutti i nostri nuovi fornitori di prodotti finiti per garantire che abbiano una chiara comprensione dei nostri requisiti di commercio etico prima di effettuare un audit. Sottolineiamo l'importanza di essere trasparenti durante un audit etico e condividiamo il funzionamento del nostro Programma di commercio etico, oltre a informazioni utili sul nostro processo di onboarding.

Quest'anno abbiamo continuato la nostra collaborazione con l'OIM, per diffondere a livello globale la sua introduzione al programma di sensibilizzazione per la protezione dei lavoratori migranti. Il programma dell'OIM, che riguarda l'introduzione all'assunzione equa ed etica, i rischi dei lavoratori migranti e le responsabilità dei datori di lavoro, è stato contestualizzato per i partner della nostra supply chain, per sensibilizzare i lavoratori migranti sui rischi specifici di ogni Paese.

Il progetto è stato concepito per contribuire a educare i nostri fornitori di prodotti finiti, i partner licenziatari e i fornitori di materie prime su come garantire la protezione dei lavoratori migranti, con un'attenzione specifica al loro percorso di assunzione. Comprende anche le migliori pratiche di diversità e inclusione per sostenere l'integrazione dei lavoratori migranti nella popolazione locale del workshop.

In totale, questa formazione ha raggiunto 246 partner della supply chain in 15 Paesi e ha avuto un impatto su circa 57.690 lavoratori nell'anno fiscale 2023/24.

Sulla base del feedback positivo ricevuto dai partecipanti, stiamo attualmente esplorando nuove opportunità con l'OIM per offrire corsi di formazione personalizzati per Paese e per sito, nonché per fornire supporto pratico se necessario. Ciò sosterrà ulteriormente la capacità dei partner della nostra supply chain di attuare una maggiore due diligence e di sostenere i lavoratori migranti nelle loro supply chain.


UNO SGUARDO AL FUTURO

Continuiamo ad ampliare la portata e la profondità della nostra due diligence sui diritti umani e del nostro Programma di commercio etico, nonché ad attuare i piani d'azione risultanti dalla nostra valutazione d'impatto sui diritti umani per l'anno fiscale 2022/23.

Uno degli obiettivi principali del prossimo anno consisterà nel continuare a implementare il nostro modello ottimizzato di due diligence sui diritti umani, per garantire continui miglioramenti al fine di limitare i rischi all'interno della nostra supply chain e assicurare l'allineamento alla prossima legislazione sui diritti umani. In questo modo potremo dedicarci all'ampliamento dei nostri programmi di due diligence a tutta la value chain per affrontare gli effetti più salienti.

Con l'attuazione della nostra strategia potenziata, ci concentreremo ulteriormente sull'integrazione dei diritti umani a tutti i livelli delle nostre operazioni commerciali e sull'impatto positivo per i lavoratori della supply chain. L'intero processo sarà supportato dalle revisioni alla nostra metodologia di valutazione dell'impatto sui diritti umani e dal nostro programma di mitigazione della schiavitù moderna, nonché dai nostri programmi aggiuntivi dedicati al benessere e alla salute.

Nel corso del prossimo anno aumenteremo gli sforzi per migliorare la tracciabilità della nostra supply chain, in linea con gli obiettivi per l'anno fiscale 2029/30. Riteniamo che il nostro focus sulla trasparenza e la tracciabilità lungo tutta la supply chain rafforzerà ulteriormente la nostra capacità di identificare i rischi di schiavitù moderna e di affrontare qualsiasi nuova sfida possa emergere.

Approvato dal Consiglio di amministrazione mercoledì 8 maggio 2024 e firmato a nome di questo da:

Jonathan Akeroyd

Chief Executive Officer

Burberry Group plc

Dichiarazione del 2023

Dichiarazione del 2022 

Dichiarazione del 2021

Dichiarazione del 2020

Dichiarazione del 2019

Dichiarazione del 2018

Dichiarazione del 2017

Dichiarazione del 2016

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Dichiarazione sulla schiavitù moderna
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